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Comunicato Stampa
Orsa JJ4 trasferita in Germania. Ora si cambi registro: la convivenza è possibile ma la politica è ferma.
“Dopo circa 30 anni dall’ideazione e 25 dalla realizzazione del progetto “Life ursus” in Trentino non abbiamo un rifugio degno di questo nome e continuiamo a scaricare sulle spalle di altri i problemi che la non-gestione politica della presenza degli orsi sta causando. Quella dell’orsa JJ4 è un’altra brutta tappa di una iniziativa che aveva proiettato il nostro territorio nell’empireo dei progetti di reintroduzione di maggior successo”. Così in una nota stampa l’Enpa di Rovereto.
Circa un mese prima dell’evento terribile in cui un giovane ha perso la vita, l’Enpa di Rovereto aveva pubblicamente chiesto che la PAT provvedesse a interdire temporaneamente l’accesso alle zone in cui era nota la presenza di orse accompagnate da cuccioli e a informare capillarmente i cittadini dell’opportunità di recarsi in queste aree solo se professionisti adeguatamente preparati, oppure assumendosene consapevolmente i rischi. Da quanto più volte ribadito dalla famiglia Papi, nulla di tutto questo è mai stato fatto e proprio a queste carenze hanno addebitato la tragedia del proprio figlio. Carenze che fino ad ora non vedono alcuna risoluzione “vera” e che oggi hanno portato ad un ulteriore trasferimento di esemplari trentini in Paesi esteri in cui esistono parchi strutturati per poter ospitare esemplari di orsi ridotti per vari motivi in cattività.
“In questo tempo - afferma l’Enpa di Rovereto – abbiamo dovuto assistere – tentando più volte, ma inutilmente, di proporre suggerimenti e iniziative utili – alla mala gestione del rapporto fra uomo e orsi, che ha visto da una parte una specie volontariamente reintrodotta in Trentino, con l’intento di ripopolare tutte le Alpi centrali, dall’altra l’inerzia delle amministrazioni che si sono susseguite, che non hanno mai voluto impegnarsi nelle azioni programmatiche necessarie, anche in favore della cittadinanza. Infatti non c’è mai stata una vera assunzione di responsabilità da parte della PAT, che avrebbe significato mettere in campo fin da subito delle continue, puntuali e ripetute campagne di informazione ai cittadini, con una particolare attenzione alla formazione rivolta agli studenti di ogni ordine e grado: se fosse stata accolta nel 2014 la nostra proposta di effettuare dei corsi specifici in tutte le scuole, oggi in Trentino i giovani sarebbero perfettamente preparati alla corretta frequentazione e fruizione del territorio, nell’ottica della possibile e positiva convivenza fra uomo e grandi carnivori”.
Quanto ancora aspetterà l’amministrazione pubblica prima di mettere in campo le sette azioni utili e necessarie che Enpa ha proposto già da tempo? Quanto tempo aspetterà ancora – strana l’autonomia che ci permette di fare tanto, ma non consente di introdurre l’uso di strumenti considerati validi e utili dagli esperti e già utilizzati in molti Paesi – la PAT per rendere operativo l’utilizzo del bear spray, previo un corso per il suo corretto uso (corso che servirebbe per imparare come comportarsi in presenza di orsi, rendendo il più delle volte inutile qualsiasi altro strumento, essendo sufficiente la conoscenza acquisita) e previa la registrazione in un registro dedicato?
All’orsa JJ4 auguriamo una condizione di vita migliore, cosa non difficile, al confronto dell’angusto e misero carcere del Casteller.
ENPA - ENTE NAZIONALE PROTEZIONE ANIMALI Ente morale, ovd
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Ufficio Stampa Michele Gualano, Laura Muzzi


