Amore per gli animali: non solo una questione di affezione
Amare gli animali è una frase impegnativa.
Quanti animali amate?
Su che criterio basiamo la scelta di quali specie siano culturalmente edibili e quali no?
Di certo non è l’intelligenza. È ormai risaputo che, per esempio, maiali, mucche, polli e
molte altre specie (anche marine) siano paragonabili al cane per intelligenza. Potranno
non imparare a saltare nel bagagliaio della vostra auto ma, se ne hanno la possibilità,
giocano, esplorano, si annoiano, possono essere felici oppure tristi, socializzano con i
loro simili e con altre specie incluso l’uomo. Possono imparare a riconoscere molte
delle nostre parole, oltre a ricordare il loro nome.
Nonostante ciò, rifiutarsi di mangiare una coscia di agnello sembra ancora una scelta
estrema. Nessuno però vi biasimerebbe se vi rifiutaste di mangiare una coscia di cane.
Qual è la differenza?
Spesso si affidano le argomentazioni pro-carne all’idea di tradizione e di cucina
tradizionale, quella per cui alla base di tutto c’è un bravo allevatore che conosce per
nome tutti i suoi animali, consapevole che dal loro benessere passa il benessere della
sua famiglia. In questa idea di tradizione, la carne del bravo allevatore si mangiava di
rado, solo in occasioni speciali, o quando ce la si poteva permettere, e per questo
veniva trattata con particolare riguardo, dedicandole ricette deliziose ed elaborate.
Doveva rappresentare un momento da celebrare.
Oggi tutto questo rappresenta un’illusione quanto mai lontana dalla realtà: i piccoli
allevatori sono una porzione insignificante del totale degli allevamenti (1), che si sono
trasformati nell’industria zootecnica. E non ha nemmeno più alcun potere celebrativo il
consumo di carne, potendo essere comprata a pochi soldi in qualsiasi momento della
giornata.
La realtà degli allevamenti oggi è fatta di gabbie, costrizione, sporcizia, lamenti e abusi.
Un inaccettabile spreco di risorse, di acqua, di terreno, di farmaci e di vita. Tutto questo
per essere fatti a pezzi e messi in una vaschetta di plastica con un’immagine di aperta
campagna stampata sopra.
Ora basta.
Smettere di mangiare gli animali può nascere dall’amore nei loro confronti, ma è
soprattutto una questione di coscienza di quanto ci accade intorno. La sofferenza che
sta dietro al tanto adorato pollo fritto, la catastrofe ambientale che è strettamente
legata a ogni scatoletta di tonno, le crisi che abbiamo affrontato e affronteremo per
l’avvelenamento dell’aria, dell’acqua e del suolo passano anche da una nostra banale
scelta: cosa c’è per cena?
Fonti e spunti di approfondimento:
• (1) Secondo il report "Dieci anni di zootecnia in Italia" pubblicato nel 2020
dall'associazione Essere Animali ( [REPORT] 10 anni di zootecnia in Italia )
• Consiglio di lettura:
"Se niente importa" – Jonathan Safran Foer
Un'indagine potente sull'industria della carne, che mescola dati, esperienze
personali e riflessioni etiche. Con uno stile coinvolgente, il libro svela le
conseguenze ambientali, morali e sanitarie del nostro consumo di animali. Una
lettura illuminante che invita a mettere in discussione le nostre abitudini
alimentari.
• Consiglio di visione:
"Food for Profit" – Un’inchiesta sconvolgente che vuole fare luce nell’industria
zootecnica: sofferenza animale, impatti ambientali devastanti e logiche di
profitto che spesso ignorano etica e salute pubblica
I volontari ENPA Verona
GO VEGAN
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