INTERVISTA ALL’ AVVOCATO EMANUELA PASETTO
Garante per la tutela dei diritti degli animali
Il Consiglio Comunale di Verona, con delibera n. 19 del 23 marzo 2023, ha nominato la sig. ra Emanuela Pasetto, Garante per la tutela dei diritti degli animali. Professionista di riconosciuta competenza e di incontestabile coerenza, è da sempre e per tutti gli amanti dei quattrozampe “l’avvocato degli animali”, tante sono le cause che ha seguito per difendere i più deboli, quelli che non hanno l’uso della parola, quelli che vengono maltrattati nel silenzio più totale.
1. Buongiorno avvocato Pasetto, cosa l'ha spinta ad accettare l'incarico di Garante degli animali e in che cosa consiste il suo ruolo?
Mi è stato proposto da attivisti animalisti, di concorrere al ruolo di garante, figura di nuova istituzione nel nostro comune, ma già presente in altre realtà cittadine. Ho deciso di raccogliere l’invito, perché ho pensato che, occupandomi di diritti degli animali fin dalla seconda metà degli anni 80, avrei potuto offrire il mio contributo nato dall’esperienza “sul campo”. Tanto più che questa materia è poco conosciuta anche nell’ambito del mondo forense.
2. In questo periodo di attività ha già avuto occasione di esercitare il suo ruolo? Ci può fare qualche esempio?
Da quando sono stata nominata, ho seguito parecchi casi, 4 sfociati in una denuncia penale. I casi più frequenti che mi vengono sottoposti sono, purtroppo, quelli che riguardano il maltrattamento che gli animali d’affezione subiscono dai loro stessi umani. Questa è una realtà che affronto dall’ 86 nei processi penali nei quali mi sono costituita parte civile per varie associazioni, prima fra tutte, per numero di casi trattati, la Lav, ma ho seguito anche casi per conto dell’ENPA, della Lega nazionale per la difesa del cane, per Animalisti Verona e per la Lipu.
Il fatto che chi compie reati a danno di animali ne sia quasi sempre il proprietario/ detentore, dimostra con quanta superficialità spesso si adotti o, peggio, si acquisti un animale, senza la minima consapevolezza che si tratta di un essere senziente di cui occorrerà prendersi cura, fino alla sua morte, garantendogli, non solo la soddisfazione dei bisogni primari, ma anche affetto, presenza, cure mediche quando necessari.
Come garante ho dato il mio parere in problematiche afferenti le colonie feline, con particolare riguardo ai problemi che i volontari, anzi soprattutto le volontarie, che le gestiscono, devono quotidianamente affrontare per l’intolleranza di troppe persone. Pertanto, nei miei interventi ho illustrato i diritti che la legge nazionale 281 del 91 e quella regionale veneta 60 del 93 garantiscono ai gatti che vivono in libertà.
Ho collaborato proficuamente col settore veterinario dell’Ulss 9 per la gestione di alcuni casi di cani catturati e portati al Canile Sanitario, mi sono occupata anche di piccoli di pappagallo Ara Ara detenuti presso un locale commerciale, con modalità inadeguate ed irrispettose della loro natura.
Grande impegno ha richiesto seguire il caso che mi è stato sottoposto dalla Lav, di costanti catture di colombi presso la stazione ferroviaria di Verona. Ho acquisito ed esaminato moltissimi documenti, mi sono relazionata con gli uffici competenti e sto cercando, nei limiti che il mio ruolo mi consente, di risolvere la problematica.
Collaboro proficuamente con le guardie zoofile dell’Oipa, intervenute anche nei giorni scorsi per mettere in sicurezza, attraverso il sequestro eseguito d’iniziativa, di un povero cane lasciato incustodito dai proprietari sotto il sole in condizioni di enorme sofferenza.
Vi è una proficua collaborazione anche con la polizia locale, che ho più volte interpellato, sia per casi di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, sia per alcune Segnalazioni ricevute di Pet collector. Ho anche chiesto l’intervento dell’Amia perché curi adeguatamente le aree cani, soprattutto eliminando i forasacchi notoriamente pericolosi per la salute degli animali.
3. La figura del garante cosa offre in più per la difesa degli animali rispetto al Regolamento e agli organismi preposti dal comune di Verona?
Penso che la figura del garante, per essere efficace, debba avere competenze giuridiche, perché la tutela degli animali passa necessariamente attraverso le norme di legge e di regolamento vigenti. La prerogativa che giudico assai importante per la funzione che svolgo è quella di avere il diritto di accedere a documenti ed atti riguardanti la tutela degli animali sul territorio, nonché di essere relazionata sull’esito delle richieste di intervento che io stessa rivolgo alle autorità preposte. Nelle denunce penali nate da verifiche che ho fatto eseguire, sono intervenuta come persona offesa ed intendo costituirmi parte civile se vi sarà il dibattimento.
4. Lei è molto conosciuta per essere "l'avvocato difensore degli animali", da quanti anni si dedica al sostegno di queste cause? Quale è stato il motivo o l'occasione che le hanno fatto capire che questa era la sua strada?
Il mio interesse per il mondo degli animali è nato dall’incontro con il mio primo cane, Enea, un cucciolo di cane regalatoci per il matrimonio. Avevo 25 anni e prima di allora non mi era stato permesso dai miei genitori avere alcun animale. Enea mi ha fatto capire ciò che ora mi pare ovvio, e cioè che il cane è un essere senziente che prova sentimenti, che ama, soffre, gioisce. Io e mio marito lo abbiamo amato all’istante incondizionatamente come lui ha amato noi. Ma da questa “rivelazione” è nato molto di più che l’amore per i cani.
Mio marito prima di me ha capito che anche gli animali che conosciamo sotto forma di cibo, hanno la stessa intelligenza e gli stessi sentimenti dei cani (o dei gatti). Siamo quindi diventati vegetariani e abbiamo avuto tre figli cresciuti senza aver mai assaggiato animali. In seguito, la nostra scelta, prettamente di natura etica, ma con risvolti anche salutistici ed ambientali, ci ha portato ad essere vegani al 100%.
Al mio cambiamento di stile di vita è corrisposto il desiderio di dedicare parte del mio tempo a cercare diffondere una cultura di rispetto verso gli altri animali, mi sono quindi chiesta se avrei potuto utilizzare le mie competenze giuridiche per realizzare questo proposito.
È stato questo il motivo per cui ho iniziato ad occuparmi di processi per reati a danno di animali, divenendo, mio malgrado, esperta in questo settore. Grande è stata la soddisfazione che ho provato nell’aver contribuito a salvare tantissimi animali dai loro aguzzini. Altrettanto grande la sofferenza provata nel constatare quanta sofferenza venga inflitta a creature innocenti, maltrattate quasi sempre da chi dovrebbe averne cura, ma anche se, in questi tempi in cui le notizie, spesso quelle brutte, vengono veicolate in tempo reale attraverso i media, dandoci l’impressione che la crudeltà verso gli animali sia la norma, posso affermare che di strada ne è stata fatta molta verso una cultura di rispetto e di amore nei confronti dei nostri fratelli non umani.
Basti pensare, per restare nell’ambito della nostra Provincia che, fino al 1990, ogni anno venivano legalmente uccisi 1800 cani. Infatti, una volta catturati perché vaganti, se non venivano reclamati o richiesti in adozione entro tre giorni dalla cattura, venivano uccisi. Questa cultura di morte è stata sconfitta da una stupenda iniziativa non violenta, da parte di un manipolo di visionari, tra cui mio marito, che stanchi di anni di inutili promesse, di manifestazioni, di scioperi della fame per protestare contro questa mattanza, il 12 aprile 1990 occuparono il canile di Verona con lo scopo di convincere le autorità preposte a disporre il divieto di soppressione dei cani catturati. L’occupazione durò fino al 30 giugno.
In tale data, infatti, l’allora presidente dell’Ulss 25 avvocato Donato Bragantini sottoscrisse un impegno a che nessun cane catturato forse mai più soppresso e se ne incentivasse invece l’adozione. Un anno dopo fu emanata la legge nazionale 281 del 1991 che vietò la soppressione dei cani catturati. Agli imputati l’occupazione costò due processi per invasione di terreni pubblici e interruzione di pubblico servizio. Anche se chi dovette subire il processo furono solo 15 persone, presenti al momento del controllo della polizia inviata dalla procura della repubblica, furono centinaia: i cittadini che si unirono alla protesta alternandosi giorno e notte nella cura dei cani già presenti al momento dell’occupazione e dei molti altri che arrivarono perché trovati vaganti.
Un Pool di avvocati, di cui mi onoro di essere stata parte, difese gli imputati, senza richiedere alcun compenso, e vi furono ben 200 persone che si autodenunciarono.
Un processo entusiasmante, la cui ultima udienza dovette essere celebrata nell’aula della corte d’assise per poter accogliere le moltissime persone che vollero essere presenti. Il pretore Laura DONATI assolse tutti gli imputati con formula piena!!!
5. Chi si rivolge a lei principalmente e per quale motivo?
Per alcuni anni si rivolgevano a me persone insoddisfatte dell’acquisto che avevano fatto del loro cane perché non aveva il pedigree o perché aveva malattie non dichiarate, etc. io non ho mai accettato alcun incarico del genere.
Sono contraria, infatti, all’acquisto degli animali che, a mio avviso, vanno adottati nei vari rifugi sparsi in tutta Italia. Ho rappresento in causa persone, a cui era stato ucciso il proprio animale da affezione. Molto spesso il processo penale si chiudeva con il decreto penale di condanna, che non consente di poter ottenere in ambito penale il risarcimento dei danni mediante la costituzione di parte civile. Promuovevo allora cause civili di risarcimento danni, ottenendo sentenze di condanna. Importanti perché è giusto dare un valore al dolore, anche se nessuna somma può ripagare la perdita di un affetto. Peraltro, la quasi totalità dei processi per reati a danno di animali, li ho seguiti per conto della LAV e di altre associazioni. In ambito civile ho seguito e sto seguendo vari casi di cani di piccola taglia aggrediti e uccisi da cani di grossa taglia. Non è possibile, perlomeno con la normativa attualmente in vigore, proporre denuncia penale perché non esiste il reato di animalicidio colposo. Ho però chiesto e ottenuto dal giudice civile il risarcimento del danno da perdita dell’animale da affezione. Ho dato anche varie volte consulenza per problematiche in ambito condominiale.
6. Come garante, ha progetti futuri che vorrebbe realizzare e che le stanno particolarmente a cuore? Ce li può anticipare?
Insieme al consigliere comunale delegato alla tutela degli animali ingegner Giuseppe Rea, attivissimo nell’ambito del suo incarico, stiamo lavorando per cercare di raggiungere due obiettivi.
Il primo è quello di consentire ai senzatetto che hanno come compagno di vita un cane, di accedere col proprio animale alle strutture di accoglienza. Fino ad oggi ciò non è stato possibile ed è molto triste constatare che ci sono persone che affrontano il gelo pur di non separarsi dalla propria” famiglia”. Io credo che sia assolutamente possibile, ed anzi doveroso, trovare una soluzione logistica idonea.
Un altro sogno sarebbe quello di consentire di non separarsi dal proprio animale a chi, per ragioni di età o di salute, deve essere accolto in una RSA. Ovviamente occorrerebbe che ci fossero strutture dotate di spazi idonei all’accoglienza. Il consigliere Rea ed io abbiamo già avuto alcuni incontri con la dirigenza di una struttura presente nel nostro comune. Coltiviamo la speranza che il progetto sia realizzabile.
Nei prossimi mesi vorrei inoltre organizzare un convegno avente come argomento la tutela giuridica degli animali.
7. Ora entriamo un po' nella sfera personale, ha animali in famiglia? Ce li può presentare brevemente?
Questa domanda tocca un tasto molto dolente. Fino al 4 dicembre scorso avevamo tre amatissimi cani e un gatto, quel giorno è morta all’improvviso Angelina, la nostra cagnolina rumena, portata in Italia dall’associazione Save the Dogs. È stata parte della nostra famiglia da quando aveva circa un anno ovvero dal settembre 2009. Se ne è andata quindi a oltre 15 anni.
Il 12 giugno di quest’anno abbiamo dovuto addormentare nostro Brayan, un dolcissimo finto Jack Russell, adottato nel dicembre 2012 da un canile lager quando aveva cinque anni. Due anni fa ha iniziato ad avere problemi di salute che sono poi peggiorati in modo inesorabile negli ultimi mesi. Gli ultimi giorni sono stati uno strazio e l’eutanasia non era più differibile.
Ci è rimasta Sally, una tenera Collie, sequestrata per maltrattamento insieme ad altri 280 cani. Gli allevatori sono stati condannati dal tribunale penale di Verona. Anche in questo processo, rappresentavo la LAV costituitasi parte civile. Purtroppo, nonostante sia stata da noi accolta sette anni fa e sia trattata come una principessa, è ancora un cane terrorizzato dall’essere umano soprattutto se di genere maschile. Ha invece un fantastico rapporto con gli altri cani ed anche coi gatti.
Ed infine c’è Beduzzo, un gatto rosso convinto che sia sua madre. Insieme a tre fratellini è stato buttato in un sacchetto della spazzatura nell’agosto 2006. Avevano ancora il cordone ombelicale attaccato. Lui è l’unico dei quattro sopravvissuto. L’ho allevato fin dal primo giorno di vita, con biberon. Pesava 50 g. Domani compirà 18 anni ed è un miracolo che sia ancora vivo perché ha un linfoma intestinale in fase molto avanzata.
Prima di loro abbiamo amato tantissimi altri gatti e cani accolti nei nostri 41 anni di matrimonio. Ogni volta che abbiamo dovuto dire addio a ciascuno di loro è stato un grande dolore, ma ne è valsa sempre la pena.
Che dire, GRAZIE INFINITE per tutto ciò che ha fatto, fa e farà per “loro”, i nostri amati.
I volontari ENPA Sezione di Verona