Enpa: dagli orsi del Trentino ai lupi, fino agli ungulati, chiaro il disegno filo-venatorio del ministro Lollobrigida.
L’emendamento caccia-selvaggia approvato con la Legge di Bilancio dello scorso dicembre; le campagne di terrore contro i lupi e le persecuzioni contro gli ungulati (non solo cinghiali); le vendette contro gli orsi del Trentino (e le proposte di legge per cacciarli) e – novità di oggi – il decreto “faunicida” presentato dal ministro dell’Agricoltura all’esame della Conferenza Stato-Regioni. Secondo l’Ente Nazionale Protezione Animali, sono i medesimi tasselli di un unico e più ampio disegno filo-venatorio perseguito soprattutto dal ministro Lollobrigida. In tal senso, la ricostituzione del Comitato Tecnico Venatorio Faunistico Nazionale, interamente “governato” dai cacciatori e caratterizzato da una marginalizzazione dell’ISPRA e delle associazioni animaliste e ambientaliste è un bruttissimo segnale, che prosegue nel piano smantellamento della legge 157/92, la legge che tutela gli animali selvatici. Del resto, a rendere ancora più chiare le intenzioni del ministro dell’Agricoltura è la formulazione stessa del decreto laddove si fa espressamente riferimento al contenimento della fauna selvatica, cioè all’uccisione, come alla priorità politica. Peraltro è molto preoccupante che tale segnale arrivi all’indomani del tavolo tecnico sugli orsi del Trentino, nel corso del quale – spiega Enpa – si era registrata una manifestazione di disponibilità da parte del ministero dell’Ambiente ad avviare un percorso condiviso, con le associazioni e con il mondo scientifico per favorire finalmente la corretta convivenza con i plantigradi e con gli altri selvatici. Enpa auspica che qualora si intenda riproporre il Comitato Tecnico Venatorio Faunistico Nazionale, resuscitandolo, venga bilanciato il peso sproporzionato accordato ai rappresentanti del mondo venatorio, e che sia invece rafforzata la presenza del mondo scientifico – primo fra tutti ISPRA – e delle associazioni animaliste e ambientaliste. Solo in questo modo sarà possibile evitare che la crisi della biodiversità, già oggi molto seria, diventi ancora più grave.
(fonte: www.enpa.it)
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