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VINO VEGANO


Visto il costante crescere delle persone che iniziano a seguire una dieta vegetariana o vegana è utile iniziare a capire quando un vino si può definire vegano e vegetariano.

Innanzitutto, la certificazione “Veg” garantisce che i cibi siano più sani, di qualità e che siano più controllati e sicuri a livello alimentare.

I prodotti destinati ai vegetariani devono essere privi di carni di qualunque tipo e di ingredienti o loro derivati ottenuti dall’uccisione diretta di animali, per cui per la produzione di vino non deve essere stato utilizzato nessuno di questi ingredienti, come per esempio colla di pesce, ossa o gelatina animale.

Per i cibi vegani le regole sono ancora più restrittive in quanto è vietato anche l’impiego di derivati di origine animale non necessariamente ottenuti dall’uccisione di animali, ma come additivi o coadiuvanti tecnologici, cioè utilizzati per ottenere un processo e poi eliminati (es. albumina, caseina o lisozima da uovo usati per illimpidire o togliere impurità al vino). In particolare, le gelatine animali hanno proprietà detannizzanti, la colla di pesce è un chiarificante usato normalmente nei vini bianchi, l’albumina viene usata per ammorbidire i vini ricchi di tannini generalmente rossi.


I requisiti etici che caratterizzano i prodotti vegani sono:

- l’alimento non deve contenere ingredienti di origine animale;

inoltre non possono essere utilizzati o aggiunti prodotti di origine animale durante il processo di fabbricazione, preparazione, trattamento o immissione sul mercato - durante questi processi è ammessa la contaminazione incrociata involontaria con prodotti non conformi perché compatibile con l’etichetta vegan

- l’operatore sotto il cui nome è commercializzato il prodotto non deve condurre né commissionare pratiche di vivisezione o test su animali, né per quello che riguarda il prodotto, né per ciò che riguarda i singoli ingredienti o coadiuvanti utilizzati


Attualmente non c’è una normativa ben specifica che regola la produzione di questi vini, né a livello nazionale, né a livello europeo, però in etichetta possono essere inserite informazioni facoltative che devono sottostare a regole di veridicità oggettive. Spesso sulle etichette vengono riportati dei marchi vegan come quelli sotto riportati che però sono gestiti da privati o da associazioni private che quindi seguono regolamenti interni e vengono forniti in uso ai produttori allo scopo di comunicare direttamente con il consumatore finale.

Il primo marchio è gestito da un’”organizzazione ombrello”, cioè che raggruppa le organizzazioni di varie nazionalità che operano in ambito europeo e verifica l’origine delle sostanze e le fasi produttive.

Il secondo marchio è promosso dall’AVI (Associazione vegetariana Italiana) e viene concesso solo ad aziende che hanno ottenuto una certificazione da un ente esterno indipendente (Csqa-Certificazioni) che garantisce una maggiore tutela nei confronti del consumatore, perché i controlli vengono garantiti da un terzo che così può apporre sulla bottiglia il marchio sopra riportato.

Questo ente controlla - oltre la qualità del prodotto - che vengano utilizzati prodotti non di origine animale anche per gli ausiliari di fabbricazione e per i materiali da confezionamento, come attrezzature, packaging o colle utilizzate per le etichette. Quindi per coloro che sono attenti alle caratteristiche degli alimenti che consumano, consigliamo di fare attenzione alle etichette e soprattutto a quello che c’è scritto sopra, perché le certificazioni per questo tipo di prodotto sono in aumento.


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